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Poi mosse le labbra, come quando mordicchiava il refe per infilarlo nell'ago.

La busta, e a lui dispiacque, era stata strappata, a pizzicotti, intorno; per cavare la lettera dettata certo a qualche parente, perchè Ghìsola non sapeva scrivere. Pietro, a voce alta, la lesse tutta: i suoi genitori avevano avuto il morbillo, la zia Giuseppa non poteva allattare la bambina.

Allora, chiese:

— E la fotografia dov'è?

Masa rideva, e la sua arroganza se ne compiaceva molto. Si pigiò, più volte, i fianchi con le nocche. Quando rideva, si vedevano i suoi denti fitti e ancora bianchi.

— È una settimana che m'è caduta dietro il canterano; mentre la volevo spolverare.

Egli scorse, infatti, sotto una fila di santi, attaccati al muro, lungo una cordicella, una cornice di vecchio velluto turchino, ma vuota. Quel vuoto, con un foglio bianco, lo intenerì.

— Non avete pensato prima a raccattarla?

Ormai si sentiva certo di vederla. E gli pareva di compiere un dovere.

Ma Masa, non volendo rimproveri, disse:

— Saremo a tempo a prenderla! Chi ci pensa? La mattina ci alziamo presto; la sera non abbiamo voglia, perchè siamo stracchi.

— Scanserò il canterano io.

Quando c'era da far valere un rispetto, lavorava anche lui!