Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/119


— 107 —

cosa da difendere. Il volto con un'animosità ingenua e malinconica, ma sicura e risoluta; quasi imbarazzante e spiacevole.

Talvolta, a giornate intere, sembrava malcontento; ma, se gli parlavano, doventava subito tranquillo e affabile. Tartagliava meno.

Quel che provava dinanzi alle cose rimaneva troppo indefinibile, ed egli ne soffriva. La primavera era come una violenza. Leggere, allora, un libro sotto qualche albero! Interrompeva la lettura a mezze pagine, a caso, per alzarsi in piedi e tirare fino alla faccia un ramo, quasi per farsi accarezzare. Ma avrebbe voluto chiedergli il permesso; guardando dinanzi le colline ricoperte di chiome candide e spioventi, mandorli e peschi, che pendevano da qualche parte, come se dovessero spargersi a terra. E, assicuratosi che nessuno lo avesse scorto, sospirava ricominciando a leggere. Non aveva trovato ancora il libro per la sua anima. Talvolta non leggeva più, perchè gli pareva di vedere di là dalle pagine che doventavano come trasparenti e sfondate.

Se un insetto, salitogli su per i calzoni, giungeva sopra il libro, smetteva anche allora.

Qualche uccello entrava tra le rame in fiore, con il movimento e la forza di un ago infilato; come se le fronde si fossero aperte e poi richiuse per lui.