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testa; ilare e pestando i piedi dalla contentezza, con le braccia nell'acqua tiepida delle zangole untuose e piene di piatti da lavare, Egli aveva un gozzo duro e giallastro, come gli ci fosse rimasta una pietra; uno di quei gozzi da galline satolle.
Ma Domenico, che parecchie volte fingeva appunto di non udire e di non vedere per conoscere meglio i suoi sottoposti, rientrò dicendo:
— Ghìsola ha avvezzato male anche te!
Pietro, impaurito e sorpreso, domandò:
— Perchè?
Tutti gli si volsero, con allegra curiosità.
Come la incolpava? Qualcuno certo gli aveva fatto bevere cose non vere! Ecco perchè l'aveva rimandata a Radda! Ma egli n'ebbe invece simpatia; contro l'ingiustizia con la quale la dileggiavano; e desiderò di rivederla. Ma perchè tutti lo guardavano con malizia, ridendo e divertendocisi? E perchè suo padre era così convinto di quel che aveva detto? Rimase con i diti appuntellati sul tavolino, afflitto.
Ora era un giovinetto magro e pallido, con il vizio di tenere una spalla più su dell'altra. Vestiva male, con un cordoncino rosso al colletto sempre sgualcito e sporco; i capelli, biondi, gli orecchi troppo larghi e discosti dalla testa; gli occhi di un celeste chiaro chiaro e come se egli avesse qualche