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— Non vedi da te che c'è più fuoco?

Domenico, ormai, non pensava più a Pietro; ma, quando lo rivide lì, gli s'avventò con il pugno chiuso:

— Vattene!

Pietro stette fermo, e abbassò la testa; guardando da sotto in su.

Il movimento trafelato dei cuochi, continuamente stimolati e ripresi anche con male parole e con spinte da Domenico, che in un'ora voleva sempre preparare tutte le pietanze, non riusciva a toglierlo da quelle distrazioni.

Già la violenza del trattore aveva fatto tacere tutti; e nessuno poteva fare a meno d'obbedire, magari sbagliando anche di più. Ma quando egli entrò in un bugigattolo buio per attaccare da sè agli uncini i pezzi di carne che voleva lasciare cruda, Guerrino si volse subito a Pietro, mettendo la lingua tra i denti, perchè si ricordasse di una sua barzelletta raccontata la sera innanzi. Tutti sorrisero, senza smettere di lavorare. E Pietro disse sottovoce:

— Raccontamene un'altra.

Il cuoco, sdrucciolando in una fetta di codenna, gli fece un altro gesto per fargli capire d'aspettare. Tiburzi, con la giacca turchina, che sopra la legatura del grembiule gli si gonfiava in tante pieghe, vigilava girando gli occhi, senza smuovere la