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— Tu non saprai mai essere un padrone. Come farai a comandare se tu stesso non impari?
Ora parlava con il figliolo per sfogarsi; e il suo rimprovero era pieno di bontà. Poi, presi in mano tutti i mazzi degli uccelli da cuocere allo spiedo, gli disse:
— Questo è un tordo, e questa un'allodola: aiutami a pelare.
E si sedè dinanzi a un gran paniere, dove andavano le penne. Ma Pietro era così distratto che canticchiò un poco, sottovoce; e poi rispose:
— Se tu sei contento, vado a leggere un libro.
Domenico finì d'infilare in uno spiedo gli uccelli già spennati, pose in ordine il girarrosto; poi gli chiese: — Che libro è?
— Quando te le l'ho detto, non capirai lo stesso.
Domenico, tenendo una mano alzata, sentenziò con la sua aria di padrone:
— Io me ne intendo più di tutti gli scienziati, perchè sono tuo padre. Nessuno meglio di me sa quello che ci vuole per te.
E si mise la mano al petto, come per confermare che diceva la verità; sul grembiule tutto insanguinato e impennato. Poi andò al fornello, spezzò con la paletta la brace grossa; prese per le spalle Tiburzi, e lo piegò alla buca del carbone, gridando: