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«Quest'altra domenica, io entrerò senza che egli mi ci forzi.»

Ma pareva che quella specie di timidezza crescesse da una settimana all'altra; divenisse come una malattia; e, sovvenendosene, sentiva la fronte coperta di sudore diaccio. Dopo, le mani gli si irrigidivano in tasca, con la fodera presa tra le dita; e i piedi si rifiutavano di muoversi.

Anche Domenico del resto, camminava lentamente; e quando era infreddato, per cavare il fazzoletto e soffiarsi il naso si fermava.

Salendo la Via di Città e poi quella di Stalloreggi, Pietro era sempre più triste.

Giunti al cimitero, Domenico chiacchierava con Braciola, il becchino del colore della sua terra, grasso come fosse stato pieno di vermi, con i baffi bianchicci; e, infilati i mazzi dentro due lunghi vasi di porcellana, dov'era restata un poco d'acqua quasi nera, sempre la stessa, guardandosi attorno esclamava:

— Come si allarga in fretta! Quando morì la tua mamma, le tombe arrivavano soltanto qui.

Restava fermo, e poi chiedeva:

— La vedova non è venuta stamani?

— Prima di noi, forse. Andiamocene, è inutile aspettarla.

— È presto. Perchè non la vuoi aspettare? Tutte le mattine porta i fiori.