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Una mattina decise di portarlo dal parroco, perchè la consigliasse. Aveva già preparato il suo più bel vestito, e voleva far lesta perchè il marito non lo risapesse: ci andava quasi di nascosto. All'improvviso, sentì chiudersi il cuore sempre più stretto; ma non poteva gridare. Non s'accorse nè meno di cadere.

Fu trovata con la testa sul pavimento, verso l'armadio che aveva aperto; tutta stesa in avanti; come quegli animali che hanno avuto una calcagnata sul capo; con gli occhi mezzo schiusi e pieni ancora di vita, con il viso un poco contratto, quasi che le rincrescesse della sua morte soltanto per gli altri, chiedendo di non esserne rimproverata; con una preoccupazione indescrivibile e dolorosa.

Rebecca, ch'era andata a cercarla per ravviarle i capelli, fu la prima a vederla. Ella aprì subito le boccette che servivano quando si trattava delle convulsioni, ma Anna non respirava più.

— Signora padrona! Padrona!

Spaventata e tremando tutta, corse in cucina e s'affacciò a gridare dalla finestra che rispondeva dinanzi all'uscio della trattoria. La intese un cameriere:

— Il padrone! Che venga subito!

Il cameriere, credendo che fosse un attacco di convulsioni più forte del consueto,