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l’idea di dimenticare quell’amore, di non trovarlo più nella mia mente, nel mio cuore, di perdere quella cosa dolce, che mi riempiva tutta, di rimanere con quel gran vuoto e quel gran silenzio. E gridavo: — No, no, per carità! Cosa vuoi ch’io faccia, quando l’avrò dimenticato?


Una notte, la notte d’un sabato, il bimbo stette assai male per la solita storia dei denti. Si dovette alzarci tutti, cocere decotti e pappine, e stare in piedi tutta la notte.

La mattina era ancora malato, aveva la febbre, e voleva stare in braccio alla sua mamma.

La zia non usciva da tutto l’inverno, perchè aveva un reuma in una gamba, e non poteva reggersi in piedi.

Il babbo doveva correre dal medico, dal farmacista, ed in chiesa di fretta a far ac-