Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 82 — |
mio conforto. Perchè l’idea che tutto quell’amore fosse stato un sogno mi affliggeva profondamente. Mi affliggeva al punto che dimenticavo la sua grossezza, e la prima impressione spiacevole che ne avevo ricevuta.
Più ci pensavo, nella nostra solitudine uggiosa, nella monotonia dei giorni piovosi, e più mi sentivo intenerire.
Una volta, mentre sballottavo il bimbo, che frignava perchè metteva i denti, tutta assorta in quel mio pensiero, figurandomi d’essere non so dove, sola con lui, e già sua moglie, mi sorpresi a susurrare:
— Povera gioia, come sei grasso!
La matrigna, che cucinava, si voltò e disse.
— Non è più grasso affatto, poverino. Non vedi che la dentizione lo strugge?
Credeva che parlassi al suo bambino. Ed infatti avevo parlato a lui per potermi sfogare. Ma parlavo dell’altro. E provavo una