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e puoi fare un sacrificio per tua sorella. Quando lei sarà maritata, starai meglio anche tu. Ti verrà a prendere ogni giorno, ti farà divertire...
Ne avemmo ancora per una mezz’ora da congetturare su quel disegno.
A casa poi ci furono degli altri giorni di orgasmo, di fantasticaggini sempre sullo stesso argomento. La Titina, dopo essersi scandolezzata all’idea del Fausto, aveva finito per prenderla a cuore anche lei; e fra noi, se ne parlava come d’un possibile, anzi probabile scioglimento della nostra situazione.
A sentirci, si sarebbe supposto che ci fossero delle vere trattative di matrimonio e che s’andasse a marito tutte e due. Libera io, doveva esser libera anche mia sorella dalla suggezione della matrigna, dall’uggia del bimbo, e da tutto. Mi diceva con slancio generoso, come se la cosa dipendesse appunto da lei: