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sè stessa per occuparsi di me, e mi aveva trovato un innamorato. Sinceramente io credevo di doverlo a lei, le serbavo una gratitudine vivissima, e desideravo di dichiararla. Risposi dunque a mia sorella:
— Io preferisco la Maria. La Maria è sempre stata la mia prediletta. La mia amica!
La Titina crollò il capo, sorrise da persona savia, e ripetè una parola che mi diceva spesso:
— Sei proprio matta! Da quando in qua la Maria è la tua amica? Ci vediamo così poco...
— No, ora che è fuori di collegio ci vediamo più spesso.
— Meno di rado, devi dire. Ma ad ogni modo, non c’è stato il tempo per questa grande amicizia.
— L’amicizia non ha bisogno di molto tempo. È un sentimento d’attrazione...
La Titina rise ancora, e domandò con un po’ d’ironia: