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Eravamo giunte alla porta della loro casa, e le cugine ci lasciarono. Noi si riprese la corsa col babbo, ed io non apersi più bocca per tutta la strada.

Avevo il cuore gonfio d’un grandissimo affetto per la Maria. Sentivo il bisogno di affermarlo, ed appena fui sola in camera colla Titina, le dissi con enfasi:

— Com’era bella la Maria questa sera!

La Titina rispose con indifferenza rimboccando le coperte del suo letto:

— Era più bella la Giuseppina.

Infatti la Giuseppina era più bella. Ma non mi aveva mai parlato di nessuno che si fosse innamorato di me. Non s’era mai curata della mia bellezza, se non per deplorare che non figurasse bene colle mie vestiture. Del resto lei era più bella di me, più svelta, più alta, bionda, fine, era una figura signorile, e non mi ammirava punto. Non potevo adorarla come sua sorella, che dimenticava