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essere bella o brutta. Ma non avevo mai detto una bugia; il babbo ci aveva allevate nel culto della verità; ed il mio cuore onesto soffrì di quella prima parola falsa. Mi pareva d’avere una grave colpa sulla coscienza. Mi martellava in testa quella frase della Dottrina Cristiana, che afferma: «non si può dire una bugia nemmeno per salvare tutto il mondo».

Avevo studiato la Dottrina Cristiana per prepararmi alla prima comunione, e, sebbene non ci avessi attinto nessun fervore religioso, avevo accettato quei dogmi belli e fatti, persuasa che, dacchè erano scritti, e tutti li credevano, — io non conoscevo nessuno che mostrasse di non crederli, — dovevano essere veri. E non ne avevo mai dubitato un istante; non avevo neppure pensato che si potesse dubitarne.

Ed ora mi trovavo d’aver detto una bugia; d’aver commesso quella colpa enorme, che