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portava sempre un parrucchino sulla parte rasa.

Noi credevamo che avesse cinquant’anni, il che, ai nostri occhi, era l’ultima espressione della vecchiaia: l’età della zia. Seppimo più tardi che ne aveva quarantatrè. Ma per noi era lo stesso.

Figurarsi che ridere, quando udimmo che il babbo la sposava! Egli ci disse:

— Capirete, figliole, che lo faccio nel vostro interesse. Io ho un piccolo, piccolo patrimonio; lo studio non frutta molto; la dote di vostra madre si riduce a diecimila lire. Questa buona signora ha sessantamila lire, che un giorno o l’altro toccheranno a voi, perchè non ha parenti, e vuol bene a me... Inoltre si occuperà un poco di voi, che ora siete grandi, ed avete bisogno d’un’assistenza, che la zia non saprebbe prestarvi...

Furono ancora dei bei giorni quelli del fidanzamento e delle nozze.