Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/21


— 19 —


Poi correva in sala il babbo, che noi avevamo fatto chiamare in aiuto, e non so come avvenisse che, dopo due minuti, stava narrando con grande enfasi e grandi gesti, qualche impresa eroica degli Aiaci, o qualche sfuriata di Orlando. E quelle ragazzine ridevano, capivano, suggerivano, e sapevano anche loro i nomi degli eroi di quei poemi del babbo, come se fossero stati dei loro amici. La Titina diceva:

— È perchè loro hanno già fatta la loro educazione letteraria.

Pel resto dell’anno poi, si parlava di quelle visite fra noi e colla zia. La zia ci stava a sentire con un gran sorriso beato che le scopriva tutte le avarie della dentiera; pareva che ci avesse gusto alle nostre chiacchierine; cercava anche di prendere parte al discorso. Ma, quando si rideva, non le riesciva mai di afferrare il lato buffo della cosa, e rideva dal canto suo per tutt’altro motivo.