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non c’era posto. Le nostre ricreazioni erano quelle interminabili passeggiate. E quando le pioggie torrenziali, o la neve alta un metro, o un calore di trentasei gradi all’ombra, un caso di forza maggiore, rendeva le passeggiate impossibili per qualche giorno, quelle ore si dovevano occupare ad imparare il famoso leggere, scrivere e far di conto.

In conseguenza non sapevamo nè giocare nè discorrere; ed a quella domanda delle cugine Bonelli ci guardavamo fra noi un po’ confuse e non rispondevamo nulla.

E loro dicevano:

— Ebbene, stiamo qui, facciamo conversazione.

Mettevano un panchettino dinanzi alla finestra, tiravano quattro poltroncine basse basse intorno, poi sedevano loro due e facevano seder noi, mettendo tutte e quattro i piedi sullo stesso panchettino «per star