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dere col bimbo che domandava «perchè i morti mangiano i fagioli?»

La voce del babbo, che doveva essersi affacciato all’uscio della cucina, chiamò la matrigna.

— Marianna! Vieni in camera un momento!

Appena udii richiudersi l’uscio dietro a lei, sgusciai in cucina e domandai a mia sorella:

— Titina, che viso faceva il babbo? T’è sembrato contento?

— Sì; si stropicciava le mani.

In quella, dalla sua camera, la matrigna chiamò forte due volte: Titina! Titina!

Mia sorella rispose: «Vengo!» E, mentre si scioglieva i nastri del grembiule da cucina, mi susurrò:

— Vogliono domandarmi se non mi dispiace troppo lasciarmi passare innanzi la sorella minore. La tua sorte è nelle mie mani!

Ed uscì ridendo.