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Ma a me non importava nulla di nessuno, il mio amore mi assorbiva tutta.

La mattina degli Ognissanti, nel vestirmi per la messa, dicevo a mia sorella:

— Non so come farò a non svenire, quando lo vedrò entrare in chiesa.

E lei mi rispondeva:

— Non montarti la testa. È probabile che oggi non venga. È appena arrivato per passare gli Ognissanti in famiglia; non potrà, fin dal primo giorno, lasciare la sua mamma.

Durante la messa non feci che voltarmi indietro ogni volta che udii richiudersi la porta. Scandolezzai i devoti, mi feci sgridare dalla zia, ma Onorato non lo vidi.

Il giorno dei morti mi svegliai coll’impressione che fosse accaduta una sventura; e subito mi ricordai la mia sventura, e cominciai a gemere colla Titina, prima ancora d’alzarmi.

Nel pomeriggio, mentre la Titina, che fa-