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cavalletti e panchette, con un saccone di cartocci ed una materassa. Ed a capo del letto avevamo anche noi la piletta dell’acqua santa, ma di terra verniciata come i tegami da cucina, delle immagini sacre che, per risparmiare la cornice, erano state appiccicate al muro colla pasta, ed un rosario di avellane con una noce per ogni paternostro, che ci aveva fatto commettere col desiderio chissà quanti peccati di gola, ed aveva dovuta la sua salvezza, nei primi anni al suo carattere sacro, e più tardi al suo gran puzzo di rancido.

Non c’era un giardino, nè un cortile, nè un balcone per uscire a respirare all’aperto.

Ma, in compenso, il nostro babbo aveva la passione, la fede, la manìa del moto. Per tutte le malattie, per tutti i guai della vita ammetteva due soli rimedi, ma erano infallibili: una lampada alla madonna, ed il moto.