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Anzi, una sera, si ricordava d’avermi veduta uscir di casa, con mia sorella, ed il babbo, mentre lui stava appunto aspettando i suoi compagni pel solito ritrovo...

Quella sera che noi s’era almanaccato tanto perchè era fermo accanto alla nostra porta! Questo fu un momento d’amarezza, in quella grande gioia. Non era là per me.

Mi parlava sottovoce, con una serietà un po’ triste come un uomo impegnato in una cospirazione, e che accetta quella fatalità di cui conosce i pericoli.

Io avevo udita quella storia, e sapevo che era nota a tutti. Ma, confidata da lui, acquistava tutt’altra importanza.

I particolari della stanza presa in affitto, delle pipe, dei fez, gli altri non me li avevano detti. Non li conoscevano. Nessuno li sapeva. Li narrava a me sola. Mi faceva depositaria d’un segreto. Ed io mi proponevo di custodirlo gelosamente nel mio cuore, ed