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tra noi? Voi che siete una ragazza tanto superiore, vi vergognereste d’accettare qualche lezione da me, perchè non potete pagarle? Ma sapete che mi fate torto, che mi affliggete?
«Ero mortificata. Sentivo che nel suo caso avrei detto come lui. Mi pareva davvero d’avergli fatto torto e dispiacere.
«Il denaro non ha mai avuto importanza per me. E quando egli riaperse il piano, e traendomi accanto a sè, mi disse: — Via, cominciamo subito subito la lezione, se volete che vi perdoni — io mi affrettai ad obbedirlo, perchè sentivo di dovere una riparazione alla sua delicatezza offesa.
«D’allora venne sempre a darmi lezione e non si parlò più di compenso. Non era il mio fidanzato?
«Tutti gli spartiti che mi occorrevano, egli trovava per caso di averli fra le sue carte. E molto spesso li aveva nuovi. Io mi accorgevo di tutte queste gentilezze, e le accettavo con riconoscenza. Ricusare quelle delicate premure mi sarebbe sembrato una sgarbatezza. Veniva ogni giorno, si occupava di me parecchie ore di seguito; attento, severo, instancabile, mi fece fare progressi insperati. Mi procurò molte conoscenze nel mondo musicale, e quando mi credette capace di figurar bene, combinò un concerto, sa Iddio con che fatiche, con quante brighe, unicamente per farmivi avere una parte!