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«Contro tutte le sue abitudini, il calmo tedesco fece un atto di dispetto, tolse quella musica dal leggìo e la respinse dicendomi:
«— Non s’innamori di questa roba!
«Io mi sentii offesa nel mio sentimento più caro. Avevo messa tanta espressione in quel canto, che mi figuravo di far pensare lui come tutti, ad un assente rimpianto, cui aspirassi di trovare e rivedere. Le mie compagne me l’avevano fatta ripetere a sazietà, e mi avevano detto:
«— Si sente che ci metti tutta l’anima.
«— Si direbbe che hai delle lagrime nella voce, ecc.
«Ed ecco invece che quel glaciale tedesco non comprendeva nulla di tutto ciò; e là dove si esprimeva un dramma di sentimento, egli non vedeva che la povertà d’una combinazione di crome e semicrome; nel grido dell’anima che deplorava l’assenza d’un essere amato, egli non deplorava che l’assenza di complicazioni armoniche e d’istrumentazione. Ne fui irritata, e, senza nasconderlo, gli risposi:
«— Perchè non ho a cantare un’aria che mi piace?
«— Perchè non le giova a nulla, mi disse riprendendo la sua calma abituale. È una melodia bella a sentirsi, ma che non fa fare nessuna ginnastica alla voce, e la sua ha bisogno di esercitarsi nelle difficoltà, per svilupparsi ed acquistare agilità ed estensione.