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— Amandomi molto e davvero, mi rispose.

— Ma io non so amare per metà.

— Io v’insegnerò; non ad amarmi per metà, ma a resistere al vostro stesso amore; e quando voi sarete debole, io sarò forte per tutti e due.

M’inginocchiai accanto a lei. Il mio cuore era profondamente commosso, ed il mio pensiero vagava in un’onda di contento indeterminato.

Continuavo a baciare con trasporto le sue mani, e le domandavo ancora, ed ancora:

— Mi amate, Fulvia?

— Pur troppo, vi amo — mi rispose con voce soffocata.

A quelle parole, dolorose per me, la guardai negli occhi; — erano gonfi di pianto.

— Perchè dite pur troppo? Perchè piangete? Vi dispiace di amarmi?

— Sì, mi rispose piangendo.

— Ma perchè? Cosa v’ho fatto, Fulvia? Siete scontenta di me?

— Non di voi, Massimo; di me sono scontenta. Avrei dovuto combattere codesto amore; nasconderlo; fuggirvi. Sono stata troppo debole; e voi troppo appassionato: fui troppo facile a svelarlo.

— Oh, non lo dite! esclamai. È tanto tempo che io vi amo; che ve lo faccio comprendere. — E le schierai una quantità di soavi ricordate? rammentandole