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— Dimostra di amarla molto dunque?

— Prende tutte le apparenze d’un sentimento profondo e represso.

— Represso?

— Certo. Represso.

— Non le disse mai una parola d’amore?

— Mai.

— Non le piace Giorgio?

— Sì; mi era simpatico, e la sua voce mi risuonava possentemente in cuore.

— E poi?

— Cosa vuole! io ho una iettatura. Mi piacciono gli amori da romanzo.

Vorrei che l’amore fosse così anche nella realtà. Ed invece è tutt’altro. E quando mi pare di scontrarmi in una passione come quelle che si leggono, è come una goccia di mercurio; mi sfugge mentre sto per afferrarla.

— Io non sono forte nello stile figurato, e forse non la comprendo, osservai. Ma è certo che Giorgio non mi sembra punto inclinato a fare con lei la goccia di mercurio.

— Eppure, prima che il sogno si facesse realtà, è passato un soffio di vento, ed ha rovesciato l’idolo dal piedestallo.

— Così, domandai con involontaria acrimonia, lei ha avuto per Giorgio il quarto d’ora di idolatria?

— Con che tuono lo dice?