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non dura, e, cessata l’esaltazione, è cessato l’amore. La costanza, che si traduce in quell’affetto lemme lemme, da cui sono avvinti gli sposi, è un portato della civiltà, e ne abbiamo bisogno per la tutela della prole. Ma in natura non esiste. Ed infatti vediamo che tutti gli animali si amano per un dato periodo di tempo poi diventano stranieri gli uni agli altri.

Disse tutto ciò con molta serietà; ma quando io volli rispondere per combattere codeste idee, esclamò:

— Mio Dio, come siamo ridicoli a voler ragionare sul sentimento, e definirlo! Ognuno lo prova in un modo speciale ed agisce in conseguenza.

E rise del suo discorso, e sopratutto non poteva perdonarsi d’aver detto tutela della prole, e d’aver paragonato l’amore degli uomini, che per lei era tutto idealismo, a quello degli animali inferiori.

— Come tutto questo è volgare e brutale! diceva. Subordinare la passione al calcolo preventivo dei bisogni della società!

Profanazione! dov’è il Cristo che scacci i mercanti dal tempio? Il sentimento è l’essenza divina che il soffio di Dio ha infuso nell’uomo. Accettiamolo com’è.

— Tutto questo mi prova, le risposi con un’enfasi di cui allora non mi rendevo ragione, che per ora lei non è innamorata. L’amore ha leggi fatali che tutti siamo costretti a subire. Ammetto che possa finire, anzi in tesi generale è certo che finisce. Ma nessun