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«— Scrissi subito; ma ci volle del tempo, e quando mi fu offerto il posto di direttore d’orchestra in uno dei primi teatri di Vienna, tu eri partita da due giorni.

«— Partii subito anch’io, ma, sbarcato a Genova, dovetti fare una corsa a Milano, per firmare il contratto che mi assicurava un avvenire degno di te.

«— Allora, felice del tuo amore, e della mia posizione, corsi a Torino. La tua cameriera m’aveva detto a che albergo contavi discendere. Vi accorsi. Anche di là eri partita. Interrogai i pochi conoscenti che avevamo comuni, e dopo un giorno di ricerche inquiete, seppi che eri stata pochi giorni a Torino, che eri triste ed abbattuta, ed eri ripartita per Chamounix diretta al Monte Bianco.

«— Avevo letto le ultime pagine del tuo giornale, in cui esprimevi l’idea triste del suicidio. Un dubbio crudele mi strinse il cuore.

«— T’inseguii a precipizio. Giunsi a Chamounix avant’ieri. Credendomi già in ritardo, domandai soltanto se non erano accadute disgrazie, e tosto impresi la salita sperando di raggiungerti qui, o al Grande Altipiano... Mi ero vestito in modo da non esser conosciuto per risparmiarti una sorpresa forse fatale al tuo animo esaltato.

«— Oh! se tu sapessi, Fulvia, che angoscie mi straziarono il cuore a misura che salivo in quei de-