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dirizzi la brutta scrittura di Max. C’era infatti una lettera sua. Nell’aprirla tornavo a dire tra me: «Se potessi amarlo ancora!» e la mia mano tremava. E le forme vaghe di vaghe speranze alate sembravano delinearsi più e più nel vuoto infinito.

«Quell’epistola era abbastanza breve perchè io possa riportarla qui per intero:

«Fulvia!

«Dicono che un uomo affetto da spinite, quando è seduto, crede di poter camminare come chicchessia.

«Lo stesso è accaduto a me. Credevo di poter ancora amare e mi sono ingannato. L’amore per me può essere tutt’al più, come voi dicevate, un episodio tempestoso.

«Ho lungamente lottato fra la ripugnanza ad ingannarvi, e la paura di darvi un dolore.

«Perdonatemi e compiangetemi! Darei dieci anni della mia vita per sapervi felice.

«Spero per voi nel tempo, nella lontananza, e più più ancora nell’effetto morale che la mia condotta deve fare sul vostro animo.

«Perdonatemi!

«Max

«Ed io ammiravo la sua anima appassionata! Bruciai ad una ad una quelle lettere belle, poetiche,