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tevo pensare ad altro, e, nella necessità di fare la compagnia, aveva scritturata un’altra donna.
«Ma ora, al momento di partire, quella signora s’era ammalata alle tonsille, ed il medico le aveva consigliato un lungo riposo, se non voleva perdere affatto la voce.
«Per questo egli, informato della mia disgrazia che mi lasciava nell’isolamento, veniva a proporre ancora a me quella scrittura ridivenuta disponibile. L’arte potrebbe distogliermi da’ miei tristi pensieri, ecc., ecc.
«In realtà mi sentivo sola ed infelice. Il babbo e Gualfardo, le due grandi affezioni, e le sole che mi legassero a Torino, erano entrambe perdute per me.
«L’amore dell’arte non mi parlava punto al cuore in quelle ore di sconforto.
«— Ma se potessi ancora trovarvi un interessamento, — pensai. — Se potessi ancora appassionarmi di qualche cosa, dare uno scopo alla mia vita!
«Non istetti a riflettere un istante di più. Feci entrare l’impresario. Firmai la scrittura, e gli promisi d’essere pronta a partire fra dieci giorni.
XXXV.
«— Se potessi ancora appassionarmi di qualche cosa! Dare uno scopo alla mia vita!