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XXXIII.

«Da quel momento la pace entrò nel suo cuore, ed il suo volto fu sempre animato da una serena rassegnazione. Vedeva avanzarsi la morte a gran passi, e ne parlava senza terrore. Il mio povero babbo era profondamente credente; aveva quella fede consolante che toglie ogni squallidezza alla morte; che anima di spiriti aleggianti, di memorie, d’affetti e di speranze, la tristezza glaciale della tomba.

«Ci parlava con dolcezza di quando saremmo uniti, in un piccolo nido d’amore, e la sua anima invisibile vivrebbe tra noi:

«— Allora non mi spaventeranno le distanze ed i biglietti di strada ferrata, diceva sorridendo. Se vi scrittureranno per la China, io sarò là prima dì voi; entrerò in tutte quelle case da bambole, e vi cercherò la meno inospitale, la più europea; poi verrò a prendervi, v’accompagnerò nel viaggio, ed allo sbarco vi susurrerò all’orecchio:

«Contrada tale, numero tale,» e voi ci andrete credendovi guidati dal caso, e troverete il nido scelto da me: e ci starete comodi e felici... Non mi direte, come facevate prima: «Grazie, babbo; come sei buono, babbo; tu