Pagina:Torriani - Tempesta e bonaccia, Milano, Brigola, 1877.djvu/164


— 158 —

«— Avete già firmato la scrittura?

«— No, dissi; firmerò domattina.

«Vi fu ancora una pausa. Poi io soggiunsi.

«— Desideravo di parlarvene prima di concludere.

«— Grazie, Fulvia. Ma dovete far sempre il vostro interesse. Questo è quanto preme.

«— Ebbene, no, esclamai con tutto il mio coraggio. Non si tratta del mio interesse. Non è quella la ragione che ho consultato per decidermi...

«Egli taceva, e si vedeva che lo faceva di proposito. Io ripresi:

«— È necessario ch’io vada ben lontana da voi, Gualfardo; ecco perchè ho accettato.

«A queste parole Gualfardo mi prese la mano che appoggiavo al suo braccio, e me la strinse in silenzio come per dirmi: coraggio!

«Codesto doveva sembrarmi strano, perchè mi avvertiva che le mie parole non gli davano la menoma sorpresa. Ma io ero eccitata dalla parte drammatica che m’ero imposta; e poi avevo realmente bisogno d’essere incoraggiata, ed accettai quell’atto amichevole senza esaminarlo punto.

«— Debbo andar lontano, Gualfardo, continuai cogli occhi a terra, perchè non posso più essere vostra fidanzata. Non lo sono più...

«Un’altra stretta di mano, più energica della prima. Ed io continuai: