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cose più sacre, fin l’onore. E dopo tutto ciò ella spingeva l’ingratitudine fino a farmi dei rimproveri... Oh! le donne! E codesto esclamavo inorridito da tanto egoismo.

V.

Stavo sotto l’incubo di quel legittimo orrore. Ed intanto la mia delicatezza cominciava a trovare ogni giorno più penosa l’idea di tradire un amico ne’ suoi più cari affetti.

Una sera andai al teatro Carcano. Vi cantava una artista esordiente, giovane, simpatica.

La sera seguente il Carcano era chiuso. Il direttore dell’orchestra mi offerse di presentarmi a lei. Ero così triste, che proprio non desideravo far conoscenze; ma per compiacere il mio vecchio amico, andai con lui dall’artista all’Albergo Milano.

Trovai che la giovane signora conversava con un giornalista mio amico. Era Giorgio Albani.

Il vecchio professore si ritirò alle nove. Io, giovane, non potevo ritirarmi così presto; sarebbe stato scortesia verso la signorina; era quanto dirle che la sua compagnia non mi tornava gradita.