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meglio a revocare, nell’interesse stesso della persona a cui l’hanno impegnata. Noi eravamo appunto in quella circostanza. Ci sacrificavamo; perchè? Per fare un romanzo?
«Avremmo potuto essere felici, sposarci, amarci tranquillamente. Gualfardo non ne sarebbe morto; lo sapevo bene. Eppure non mi sentivo il coraggio di dirgli:
«— Dopo quanto avete fatto per me, malgrado il vostro nobile carattere, la vostra generosità, il vostro animo leale, la vostra fedeltà, il vostro rispetto per la mia gioventù abbandonata, malgrado tutto ciò, io vi sono stata infedele moralmente, e vi ridomando la mia parola per esserlo in fatto. Voi foste tutto per me; in compenso io non voglio esser nulla per voi. Ho trovato un uomo il cui ingegno mi affascina; un uomo dal carattere impetuoso e giovanile; un uomo che ha le virtù ed anche i difetti che non avete voi. Io voglio quei difetti, voglio quelle virtù, voglio quell’uomo. Che importa se sono egoista ed ingrata? Rinunciate ai vostri progetti d’avvenire; rinunciate a me che sceglieste fra tante; io non voglio combattere i miei sentimenti, io voglio essere felice.»
«Guai alla donna che ha il coraggio di affrontare una simile spiegazione. Il suo cuore dev’essere arido per non spezzarsi; ed allora la felicità che cerca, potrà trovarla per sè, ma non potrà renderla a nessuno.