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«Avrei voluto che quel momento fosse giunto. Avrei voluto essere già a Torino. Avrei voluto non essere stata a Milano. Appena Max non mi era più accanto, mi sentivo profondamente umiliata e pentita della mia posizione. Ripensavo ad una ad una tutte le mie conoscenze, per cercare se ve ne fosse qualcuna a cui potessi confidare quella mia gita misteriosa. No; tutte quante erano troppo oneste persone per accettare una simile confidenza. Forse sapendola avrebbero cessato di frequentarmi.

«Oh Dio! Avevo commesso un’azione da non poter confessare alle persone oneste! Dopo ciò, che importava che io stessa fossi onesta? Ed in vero, avevo perduta quella onestà morale, che risulta dalla lealtà del nostro procedere. E pensavo:

«— Una donna che abbia un amante, che conviva seco, ma gli sia fedele, è più onesta di me che mento a due innamorati, ed alla società. Ecco a che sono ridotta.

«Piangevo di vergogna, di rimorso, della disperante impossibilità di cancellare dalla mia vita quel passo fatale.

«E pensavo a quei romanzi che fanno tanto dispetto a leggerli, perchè vi si vedono esseri che potrebbero essere felici, purchè si spiegassero francamente, ed invece si sacrificano per una fedeltà esagerata, ad un principio e ad una promessa che farebbero assai