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«Ma è un fatto che, una volta ch’ella ebbe messa la questione sotto un punto di vista falso, io non la presi più che da quel lato. «Essere o non essere Massimo capace di rispettarmi; — essere o non essere io ben risoluta di rimanere onesta.»
«E, poichè di codeste due cose ero certa, non pensai che il male ha tante gradazioni; che un fidanzato è oltraggiato non solo dall’ultima conseguenza dell’infedeltà, ma da qualunque dimostrazione d’amore prodigata ad un altro, fosse pur solo una stretta di mano; Una lettera... una gita misteriosa poi... ed un bacio! Santa pazienza!
«Tutto codesto non pensai, e spedii questo telegramma al babbo: «Pietro Zorra, via Roma, 10.
— «Vengo colla contralto. Resto Milano due giorni. Arriverò sabato.
«Fulvia.»
«Tre volte avevo scritto e riscritto «saluta Gualfardo» e tre volte il rimorso me lo avea fatto cancellare. Finii per contare le parole colla precisione d’un avaro, e persuadermi che era affatto impossibile raddoppiare il prezzo del telegramma per aggiungere quel saluto e quel nome. Dio m’è testimonio che l’avarizia non c’entrava, ed avrei dato fin l’ultimo soldo, per poter salutare Gualfardo colla coscienza tranquilla ed il cuore contento.