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A rivederci, se il destino lo vorrà. Quando vi stringerò la mano, la bella mano candida, mi troverete molto mutato.
— «Max.»
XXII.
«Quella lettera mi fece una profonda impressione. Lessi più e più volte quel periodo chiuso nella parentesi, e lo ripensai ancora ed ancora dopo aver piegata la lettera, e mi trovai di saperlo a mente.
«Mi nascondevo il volto tra le mani, e ad occhi chiusi vedevo Massimo dinanzi a me, e sentivo il suo bacio. O Dio! Non era vero ch’egli non fosse temibile per me. Ero d’una debolezza dinanzi a lui! Egli aveva l’energia che mancava a me; e quello sguardo d’aquila che penetra nell’anima. Con questo mi conosceva; con quella mi dominava.
«Se, quando io gli avevo detto in quella sera burrascosa: «Non vi amo più» egli fosse rimasto umiliato dalla mia parola, e l’avesse accettata, io mi sarei esaltata in quel capriccio, e vi avrei persistito, e quell’amore sarebbe finito come la simpatia per Giorgio. Max invece mi scrutò il cuore e vide che l’amore viveva, ma era sopraffatto soltanto da una