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osavo domandare. Mi pareva che persino i camerieri dovessero leggermi in volto l’ansietà del cuore, e comprendere che soffrivo un’amara delusione; nel loro linguaggio brutale, una canzonatura.

«Ed intanto poteva essere che la lettera ci fosse laggiù nella tavola, e che nessuno pensasse a portarla. Mio Dio! come farli ricordare di me? Ah! uscirò.

«Detto fatto. Misi cappello e cappotto e scesi le scale lentamente, senza sapere dove andassi. Nel passare dinanzi all’ufficio sentii gridarmi:

«— Signora, scusi; una lettera per lei.

«Ebbi un sussulto che mi scosse dalla testa ai piedi. Mi sentii divenire fredda. Era una lettera grossa, ed era di Max.

«Non saprei dire come nè quando avessi veduta la sua scrittura, ma la riconobbi.

«Rimasi là due minuti paralizzata con quella lettera in mano.

Assolutamente non potevo avventurarmi per la strada con quella curiosità nell’anima. C’era da cadere in apoplessia. E neppure potevo tornare indietro dopo essermi avviata con quella sicurezza come se un grande affare m’aspettasse fuori. È impossibile dire fino a che sottigliezze arriva in una donna il pudore del sentimento. Ma uno dei suoi istinti principali è di dissimulare agli estranei l’interesse che inspira una lettera.