Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 86 — |
non sapevo che chiamasse me. Non ho nome Ernesto!
— Che ne so io? C’è soltanto un E sul suo uscio. Ho chiamato tutti i nomi in E che mi sono venuti in mente.
— Ma non ha chiamato il mio.
— Come ha nome allora? Ettore?
— No.
— Edoardo?
— No.
— Oh Dio? Ma come ha nome? dica?
— Eustacchio.
— Eu...?
— Stac-chio.
— Ah! ah! ah! ah! ah! ah! E giù dalla scala sghignazzando come una matta. Credo che rida ancora.
* * *
Rimasi intontito.
Non bastava il nomignolo che mi aveva avvelenati gli anni di scuola? Anche il mio nome pronunciato con tutta serietà faceva ridere? Dovevo ricominciare a tribolare per quel disgraziato nome? Come aveva fatto ad invecchiare quel balordo zio materno che mi aveva legata col battesimo