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mia povera sposa; mi parve che quegli occhi scintillanti mi parlassero di lei. Non le somigliava punto, eppure me la ricordava. Mi pareva che quella signora ed io fossimo amici da un pezzo, e che ella conoscesse tutti i miei dolori; e senza quasi volerlo, la seguii.

— Giunta in piazza Castello ella prese l'omnibus della via Po. Stavo per salire io pure nell' omnibus, ma mi fermai. Mi pareva di commettere un’infedeltà alla memoria di Clelia. E rimasi; e l' omnibus partì colla bella signora.

— Mi sentii contento di me, come quando si è fatta una buona azione o si è vinta una mala tendenza.

— Ma quando la fatalità ci si mette, tutti i nostri sforzi per combatterla non riescono a nulla.

— Pochi giorni dopo andai per sentire Cause ed effetti al teatro Gerbino. Era la beneficiata della prima attrice Vittoria ***. Quando uscì, riconobbi la bella signora che avevo incontrata in via Nuova.

— Mi dissero che quell’artista era molto ricca, molto spiritosa, molto corteggiata, e molto onesta. Quella riputazione di onestà, che i disillusi trovavano incredibile, e su cui facevano i più assurdi commenti e le più rancide facezie, mi fece molto piacere. Non avrei voluto che quella donna, che