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na di stomaco forte come quella giovinetta. Per tutta la sera, per tutta la notte, l'ebbi sempre in mente.
* * *
Avevo trentanove anni ed undici mesi. Il sagrestano della mia parrocchia e gli spazzini del municipio possono far fede che non erano ancora quaranta.
Avevo perduto i genitori poco dopo la mia maggiorità, ed avevo menato una vita alquanto allegra, troppo forse, da cui m'ero ritirato da qualche anno col patrimonio ridotto a metà, e le facoltà digestive ridotte a zero. Non più pranzi d'amici, nè cene, nè ritrovi giovanili. Ciascuno di codesti spassi lo scontavo, ormai, con una piccola malattia; ed avevo finito per condannarmi ad una vita d'isolamento, di bistecche e di soda water.
Molte volte m'era venuta l'idea di ammogliarmi per avere chi confortasse i miei dolori di stomaco, e sorvegliasse meglio le mie bistecche. Ma mi ero sempre incontrato con signorine che mangiavano poco e bevevano acqua, ed avevo tremato di sposare uno stomaco fragile come il mio, per passare con mia moglie il resto dei nostri