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da credenziere; ma quella bocca color di rosa non li sdegnava punto i lavori da credenziere. Oh punto, punto!

Quando il marron glacé fu spacciato, le foglie di rosa accartocciate afferrarono una brioche; poi un petit four; poi un croque en bouche, e l'uno dopo l'altro fecero scomparir tutto nel gelato di fragola.

Il croque en bouche fu il colpo di grazia pel mio cuore. Lo zucchero cristallizzato che avvolgeva lo squisito chicco, scricchiolava sotto quei dentini bianchi... cric, cric, cric...

Ah! quel cric, cric! La soda water mi salì alla testa, mi entrò nel naso, mi andò in gola a traverso, nell'eccesso della commozione. Tossii, tossii fino a diventare violetto. Il pasticciere mi picchiava pietosamente dei pugni sulla schiena, ed intanto udivo la signora che era con lei che diceva:

— Sbrighiamoci, è l'ora del pranzo.

Che Santa Lucia le conservi la vista! L'ora del pranzo! Ah! era un tesoro quella fanciulla che andava a pranzo dopo quel preludio di pasticcieria con accompagnamento di vermouth.

Neppure negli incubi più stravaganti delle mie digestioni laboriose, avevo mai sognato una don-