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— Ti hanno gettato a terra, povero fiore! povero fiorellino mio! Ma io ti farò tornar vivo, e sarai la mia pianta. Io so fare; io so fare; m'ha insegnato il babbo.
Fui sottoposto ad un'operazione dolorosa. Mi si schiacciò con un sasso l'estremità del gambo; mi fu ravvolto intorno alla parte schiacciata qualche cosa come dei fili, poi fui piantato in terra. Ma tutto codesto era fatto con garbo infinito, da due manine minuscole e liscie, ed io pensavo nel mio dolore, che molti ammalati avrebbero voluto esser guariti a quel modo.
* * *
Quando fui piantato sul gambo, e la terra del vaso fu leggermente inaffiata, mi sentii rinfrescato, e ripresi abbastanza vigore per osservare il medico pietoso che m'aveva salvato.
Era una bella bimba di otto anni. Bianca, rosea, bionda come un puttino dell'Albani. E mi saltellava intorno giuliva, proprio come quei puttini nella Danza degli amori; soltanto un po' più vestita.
Dio dei fiori! Quanto ho voluto bene a quella bimba! Quanta riconoscenza le ho votata! Morii e mi riprodussi, sempre sulla sua pianta, e sempre devoto alla mia piccola salvatrice.