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Da quanto più lontano risalgono le mie memorie, mi ricordo di aver aperta la corolla alla scossa di una brezza mattinale, e d’essermi trovato ad un’altezza straordinaria. Ero proprio sulla punta d’un ramo che si slanciava verso il cielo, e vedevo il terreno del giardino, al di sotto, molto al di sotto di me.
Mi guardai beatamente intorno, superbo della mia alta posizione.
Al di là del giardino che avevo immediatamente ai piedi, dominavo il pendìo della collina, nella sua discesa ripida fino al Po; su quel pendìo facevano macchietta tante ville signorili, sparse qua e là, come un branco di pecore biancheggianti. E giù giù in fondo, vedevo il Po, che s’incurvava, si torceva, mandava riflessi metallici come un serpente.
— Com’è bello stare al dissopra di tutti; dominare sui proprii simili! pensavo olezzando dalla corolla sospiri di soddisfazione.