Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 138 — |
— Annuncia anche noi.
Il servitore obbedì, e ripetè i nomi di tutti.
Quella trovata originale fece ridere la compagnia, e ciascuno alla sua volta s’inchinò e porse la mano a Fulvio.
— Ecco fatta la presentazione, disse Odda, è adesso soltanto che ci conosciamo.
La zia Evelina, che aveva gli occhi intenti su di lei, con un sentimento affatto differente da quello che la faceva travedere il giorno innanzi, s’avvide del turbamento di Odda, si ricordò di quanto le aveva detto, del suo amore ideale per una persona che non conosceva, e facendosi accanto a lei le susurrò:
— È lui?
— Sì, rispose Odda, stringendole la mano.
— Perdonami, Odda, avevo sospettato di te, ripigliò la zia.
— Che amassi Leoni?
— Sì.
— Non hai creduto di farmi torto, dacchè tu stessa lo ami.
— Lo sapevi?
— No. Ma questa mattina non sei fuggita abbastanza presto. Uscendo dal salotto, dove ero stata con Leoni, ho veduto il tuo abito da camera che scompariva in fondo al corridoio ed ho indovinato.