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— Questa fenice non sarà Leoni però.

— Valeria, cos’è questo enigma? Vuoi sposare uno sconosciuto, un vecchiotto, mentre ami un altro e ne sei amata?

— Mia cara, tu vai nel romanzo.

— Ma non capisci, bimba, esclamò Odda spaventata da tanto scetticismo, non capisci che in amore il romanzo è la realtà? Che in ogni vita di donna c’è, ci dev’essere questo romanzo d’amore? E che, se non lo farai con tuo marito, lo farai con un altro?

— Stai sicura, disse Valeria con una calma sfiduciata che faceva contrasto all’eccitamento di Odda, che se quell’altro fosse qui a domandarmi di collaborar lui al mio romanzo come marito, sarei felice di accettarlo. Ma quello non c’è. Mi fa la corte; mi ama anzi. Ma è giovine, brillante, ha un bell’ingegno, un bel nome, e forse pensa al matrimonio come a farsi cremare. Io invece ci penso; debbo pensarci perchè sono alla vigilia di diventare una zitellona. Non ho un’arte come te che assorba i miei pensieri. M’hanno data soltanto l’educazione d’una signora. Non ho risorse in me stessa. Se non avrò una famiglia mia di cui occuparmi, passerò forse la vita a far pettegolezzi sul conto del prossimo, a spropositare sulla politica, ad allevare e vezzeggiare dei