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ser corrisposta lei, che si opponeva a quel matrimonio? La zia Claudina non sapeva cosa pensarne. E tuttavia le premeva assai di saperlo.

Pensò che era meglio pigliare la questione di fronte, e, passando l’acqua dov’è più stretta, domandò a bruciapelo:

— E tu, Odda, non senti la mancanza dell’amore intorno a te? La nostalgia della famiglia?

— Fino all’anno scorso ebbi il babbo...

— Che! La famiglia ascendente non basta alle aspirazioni della vita giovanile.

— È vero, confessò Odda con sincerità. Ho sognato anch’io la mia famiglia colle sue cornici color di rosa e d’azzurro. Ma è là nell’azzurro. Cosa farci? Vorresti ch’io stessi giorno e notte colla testa in mano pensando se verrà o se non verrà? Oppure che, per farlo venire, prendessi il primo partito venuto, e gli facessi fare la parte del protagonista come in una commedia, a rischio di trovare poi che quella parte non gli va, e di rovinare la produzione?

— Allora vuol dire che là nell’azzurro, ci sarebbe il tuo protagonista?

— Sì, ma molto nell’azzurro. Figurati zia che non lo conosco ancora.

— Allora è un’idealità?

— No; è un uomo vero. Ma non mi fu presen-