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non sono ancora spose. Hanno paura del celibato come dell’inferno. Pensano il giorno e sognano la notte domande di matrimonio. Ed appena si presenta un partito conveniente, lo accettano, non perchè amino quell’uomo-partito, ma per fuggire il pericolo di rimaner zitellone.
— Mettiamo capo alla teoria dell’amore prima del matrimonio, disse lo zio Giorgio con molta ironia.
— Precisamente, affermò Odda. L’amore ci dev’essere. È la sola guarentigia di felicità che abbiano gli sposi. Due persone che si uniscono senza amore, può darsi che si amino vivendo insieme; ma può anche darsi che non si amino; e mi pare troppo ardito tentare la prova. Bisogna amarsi per sposarsi, e non sposarsi per amarsi.
— Questo è un bisticcio, malignò ancora lo zio.
— Lo spiego. E, se la zia Claudina lo permette, lo spiego con un esempio.
— Fai pure, disse la vedova indovinando che Odda voleva parlare di lei. Fai pure. Siamo in famiglia.
— Ebbene. La zia aveva venticinque anni... Non ti preme di nasconderli, vero?
— No, no, tira via.
— Quelli là non li nasconde, disse ridendo lo zio Giorgio. Sono gli altri...