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to, aveva trovato lo zio in sala da pranzo che si bisticciava colla sorella per cagion sua.

— L’arte delle donne, diceva lo zio, è di essere buone mogli e buone mamme. Ecco la sola idea vera e sana che voi altre possiate avere; ecco la vostra felicità, la vostra gloria. La famiglia; non altro che la famiglia.

— E chi glie lo nega, zio? entrò a dire Odda che aveva udite quelle ultime parole.

— Tu stessa lo neghi, figliola, ed i paradossi del tuo povero babbo. S’è visto mai una stramberia simile? Avete una ragazza bella, robusta, buona, ed invece di farne una madre di famiglia, farne un’artista, un fenomeno!

— Ma crede che, se avessi trovato un uomo come l’avrei voluto, non l’avrei preferito ai pennelli ed alla tavolozza? E che il mio babbo non avrebbe approvata quella preferenza? Ma che! Le pare? Il babbo ha voluto che imparassi un’arte, e se l’avessi preferito mi avrebbe fatto imparare una scienza, o tutt’altra cosa, unicamente per prepararmi una passione di ripiego. Egli diceva:

«Le ragazze che non fanno nulla di serio, si mettono in testa d’essere al mondo soltanto per trovare un marito, e non pensano che a quella x incognita e sospirata. Si fanno belle per pia-