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LE BRICIOLE D'EPULONE.


«Quei poveri spostati! Quegli infelicissimi che debbono vivere con una rendita insufficiente ai loro bisogni!» È un tema di discorso dei più commoventi. Non c'è famiglia che non ne conosca qualcheduno, o anche parecchi, e non ne senta una grande pietà. La sera d'inverno, quando la vampa attirata dall'aria, russa ed ansima nella stufa, e la lampada velata da un paralume spande intorno una luce mite, e l'acqua pel tè gorgoglia nella cuccuma, e la tavola è coperta di giornali, di disegni, di ricami, di fotografie, di romanzi che ci hanno occupati piacevolmente un'ora prima, e ci occuperanno ancora allo stesso modo più tardi, o il domani, ci rannicchiamo ben bene nelle poltroncine a molla, sui divani morbidi, e, nella generosità del nostro cuore, facciamo un confronto straziante fra la nostra esistenza e quella di quei poveri spostati. «Vi