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presso di te. Non si può illudersi che il male non si espii presto o tardi; e questa è la mia espiazione. Vado a Nervi presso i bambini della povera Elena, e se il loro babbo mi vorrà, rimarrò con loro. Posso sperare almeno che tu mi scriva?»
L'umiltà di quella lettera fece male al cuore buono di Marco. Ma egli non potè a meno di approvare quella separazione.
Erano appena le nove, e sarebbe stato impossibile andare a quell'ora in casa Nardi. Impiegò il tempo che gli rimaneva da aspettare, a scrivere una lettera a sua madre, invece di quella che aveva preparata. Le notificò la sua risoluzione di rinunciare al patrimonio Bellazio, ed aggiunse dei rimpianti per la sua lontananza e delle espressioni affettuose, molto al disotto però della tenerezza vivissima che provava in quel momento per lei. Temeva che qualsiasi manifestazione insolita potesse parere un'allusione alla confessione ricevuta, e si trattenne per non dir troppo.
Dalle signore Nardi, Marco trovò facilmente il modo di spiegare come si fossero dissipati i dubbi che lo tormentavano circa la sua salute.
L'assicurazione ripetuta del medico dopo un'osservazione di quattro mesi, era più che sufficiente a persuadere chiunque della sua buona costituzione. Ma fu imbarazzato per addurre una ragione soddisfacente del suo improvviso cambiamento di stato. Non c'era tempo da pensarci su, e dovette