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— Lo crede, signora? disse con aria di dubbio. Noi ci si è avvezzi e non si sente nulla. Si potrebbe ben metterla un po' più lontano la canapa.

— E i letamai? soggiunsi incoraggiata da questa mezza concessione.

Perchè non li trasportate giù nei campi lontano dall'abitato?

— Oh provvidenza cara! esclamò la nonna ridendo. E tutti si misero a ridere; poi un uomo si fece innanzi appoggiato al badile con un atteggiamento dottorale e mi disse:

— Ce lo metterebbe lei il suo scrigno, laggiù nei campi? Il letamaio, si figuri che sia il nostro scrigno; è di lì che caviamo quel poco pane. Se lo mettiamo lontano, come si fa a sorvegliarlo perchè non ce lo rubino?

— Ma intanto qui l'aria si guasta, ed i bambini muoiono. Sospirai scoraggiata da quell'argomentazione troppo convincente.

— Questo è vero che ne muoiono tanti, confermò la madre dei Macabei.

Ma cosa farci?

E la vecchia soggiunse:

— Vanno a star più bene di noi. Hanno finito di tribolare.

La madre della piccola malata continuava ad annaspare in silenzio, ingoiando tratto tratto un singhiozzo; ed ogni tanto mi guardava con certi occhi ebeti, traverso le lagrime, che facevano piangere. Non avevo mai visto dolore più represso e muto nella sua intensità. Se ne vergognava, e faceva sforzi inauditi per dissimularlo.